Oggi sabato 25 gennaio a Firenze è una bellissima, tiepida giornata di sole. Partecipo all’evento organizzato presso il Circolo Arci San Niccolò dai promotori della campagna “Mettiamoci in Gioco” alla quale aderiscono 28 organizzazioni del terzo settore. Presenzia Laura Boldrini. Anche per questo c’è una vasta presenza della stampa. L’evento coincide con l’avvio in Parlamento dell’iter di approvazione di (un’altra) legge nazionale sul gioco d’azzardo, che riunisce ben 8 diversi disegni di legge (il merito del ddl sarà approfondirò con un successivo post).
Siamo riuniti forse in 200 persone in 30 metri quadri. Credo di essere l’unica presenza “estranea”. L’unico che ritiene che l’attacco nei confronti del gioco sia eccessivo. Che le affermazioni siano troppo spesso una violazione della verità o una sua manipolazione. Ma è meglio esserci.
Ci sono stati diversi brevi interventi. Mi ha imbarazzato l’affermazione che il gioco deve “essere regolato” (e tutte le norme esistenti?). E ho trovato come sempre ingeneroso e un po’ offensivo per i concessionari del gioco il generico riferimento alle infiltrazioni criminali. Ma devo dire che in modo ampiamente prevalente i relatori, compresa la Presidente della Camera, hanno adottato toni ragionevoli. Non si è parlato d’imposte. Siamo rimasti sui principi. Ho apprezzato l’intervento dell’on. PD Paolo Beni, presidente nazionale Arci e membro della Commissione Affari Sociali della Camera, l’intervento più articolato, che ha preso le distanze da istanze proibizioniste e ha affermato come obiettivi la cura, ma anche la prevenzione attraverso l’informazione e la sensibilizzazione sui rischi del gioco e la limitazione dell’offerta.
Ho conversato con l’onorevole Beni e poi con l’onorevole Nardella PD, molto vicino a Renzi. Ho lamentato la scarsa informazione e anche il pregiudizio riguardante il gioco online presso la classe politica. Beni ha riconosciuto che il gioco online è un “buco nero”, cioè che i politici veramente ne sanno poco o nulla. Mi sono reso disponibile per colmare la lacuna. Spero che il proposito abbia seguito, con un’audizione o almeno con un incontro con i membri della Commissione Affari Sociali.
Ho trovato luci e ombre nei documenti contenuti nella cartella di corredo dell’evento, dove si passa dai principi alle proposte specifiche. C’è, ad esempio, traccia dell’incomprensione dei motivi di dispersione delle aliquote fiscali del gioco, fermo restando che un intervento di razionalizzazione è opportuno (rimando al post: “Why tax rates of VLT and AWP are so different?” per una parziale trattazione).
Trovo, tutto sommato, anche in questi documenti un approccio moderato, rispetto ad altri casi. Ritengo sia il frutto positivo del dialogo intrapreso dalla Federazione Sistema Gioco Italia che, infatti, è menzionata nel documento che illustra il ddl con riferimento al “Codice di autoregolamentazione” da essa introdotto.