Venerdì scorso 17 luglio ho seguito su Rai 1 il programma campione di ascolti in prima serata condotto da Frizzi “Gli italiani hanno sempre ragione”. Tre coppie di VIP dello spettacolo e della televisione prima esprimono la propria opinione e preferenze, poi cercano di indovinare quelle degli italiani riguardo ad argomenti vari di costume o di attualità. Le opinioni degli ascoltatori che vogliono partecipare sono raccolte con un’apposita applicazione.
Per ciascun domanda sono previste in genere quattro risposte alternative tra le quali scegliere. Ad esempio, è stato chiesto qual è la cosa peggiore che un uomo può fare al primo appuntamento tra: arrivare in ritardo, avere un pessimo alito, parlare solo di sé, non pagare il conto. Un’altra domanda chiedeva se è meglio nascere uomo o donna.
Non mi ha troppo sorpreso che il gioco sia stato preso di mira anche in questa trasmissione. La domanda è stata: “se fossi parlamentare quale tra i seguenti tre decreti appoggeresti”. E le possibili risposte: “la legalizzazione della cannabis”, “la regolamentazione della prostituzione”, “l’abolizione del gioco d’azzardo”. Pur con qualche incertezza è stato previsto correttamente dai VIP che gli italiani avrebbero preferito l’abolizione del gioco d’azzardo, che infatti ha prevalso nella scelta degli ascoltatori con il 58%.
Un VIP ha osservato che mancava un quarto quesito sul riconoscimento delle coppie di fatto, questione sulla quale l’italiano ha idee ben più chiare rispetto al gioco. Tale quesito sarà stato però scartato senza esitazione dai curatori del programma. Avrebbe rischiato di prevalere, col doppio scorno per le “curie” della promozione dei diritti delle coppie di fatto e del mancato nuovo colpo assestato al gioco.
In genere non ritengo che a pensar male ci si indovina sempre. Ma nel caso della sistematica azione di distruzione della reputazione del gioco per soldi penso di sì. Il quesito contiene in sé una manipolazione diabolica. Al popolo degli ascoltatori di Frizzi e di Miss Italia, che par difficile collocare su posizioni libertarie e trasgressive, sono stati posti tre quesiti che stanno su versanti politici opposti. Due scelte libertarie e trasgressive, appunto: la legalizzazione della cannabis e la regolamentazione della prostituzione. Una scelta conservatrice: l’“abolizione” del gioco d’azzardo. Inoltre, la domanda relativa al gioco d’azzardo è abilmente ambigua. Non si dice la “proibizione” del gioco d’azzardo, che potrebbe essere l’oggetto di una legge, ma l’abolizione. Cosa abbiano inteso qui gli italiani non è semplice da valutare. La scomparsa con la bacchetta magica del gioco d’azzardo sia legale sia illegale?
L’opinione dell’ascoltatore medio è stata qui manipolata come in tante precedenti occasioni da un’informazione abilmente distorta. La larga maggioranza avrà inevitabilmente interpretato quanto osservato in TV nel senso che gli italiani sono favorevoli a misure che aboliscono / proibiscono il gioco d’azzardo. Ma non è questo ciò che è stato “misurato”. Si è solo costatato, nella misura per nulla scientifica con cui lo può fare un programma di intrattenimento, che il campione degli ascoltatori che hanno risposto preferisce l’abolizione del gioco d’azzardo alla legalizzazione della cannabis ed alla regolamentazione della prostituzione. Il che può anche significare che il 100% dei rispondenti è contrario all’abolizione del gioco d’azzardo, o alla sua proibizione, ma tuttavia sarebbe disposto a sacrificarlo se fosse costretto a scegliere rispetto alla opzione ancora più sgradita della legalizzazione della cannabis Cioè, molto ragionevolmente, si può interpretare nel senso che una popolazione di conservatori è contraria alla legalizzazione delle droghe leggere.
Non sarei sorpreso che nel prossimo futuro alcuni degli attivi promotori della lotta al gioco d’azzardo legale, con la disinvoltura con cui ci hanno abituato nell’uso delle indagini statistiche e nel contempo con l’abilità comprovata nella manipolazione dell’informazione e del consenso, pretendano di utilizzare anche i risultati del programma di Frizzi come una ricerca che prova la volontà degli italiani di vietare il gioco con vincita in denaro dello Stato. Ne sono diffidati.