Winamax rinuncia a offrire il poker ai giocatori italiani: un successo della cooperazione italo-francese

(Post published in English also)
Molti giocatori italiani hanno ricevuto lunedì scorso 16 marzo da Winamax, operatore francese che contende a PokerStars la leadership del mercato francese del poker, una mail del seguente tenore:
“Hello, we are contacting you concerning your Winamax account. Due to the online gaming legislation in place in Italy, we are unable to offer you access to our platform. As a result, the funds remaining on your account have been paid out to your bank account. The payment made was for the total balance on your account including the monetary value of your Miles. We appreciate you having chosen us as your online poker room and it is our hope that you have enjoyed your time playing with Winamax. Should the legislation related to online poker in your country change to permit you to play on Winamax, we will be happy to welcome you once again. We wish you best of luck in the future. Kind regards, The Winamax Team”.
Fino a lunedì scorso Winamax offriva il gioco sul territorio italiano, in conformità con la legislazione francese ma in violazione della legislazione italiana.
Tra ADM e ARJEL esiste fin dal 2011 un accordo di cooperazione internazionale per la lotta contro il gioco illegale e la tutela dell’etica sportiva. L’interruzione dell’offerta di gioco dell’operatore in assenza della licenza italiana è un risultato di tale cooperazione. Sarebbe ora desiderabile che attraverso quella stessa cooperazione diventasse di nuovo possibile per i giocatori italiani misurarsi con quelli francesi, attraverso l’introduzione della tanto attesa liquidità transnazionale.
È la prima volta che l’ADM minaccia direttamente sanzioni penali avverso un operatore straniero, contestando l’offerta del gioco online sul territorio italiano. Il precedente potrebbe preludere a una nuova politica di contestazione della violazione nei confronti di operatori transfrontalieri che offrono gioco in Italia via Internet. Va ricordato che la legittimità della concessione online italiana ed il requisito del suo possesso come condizione per l’offerta del gioco online in Italia non è mai stato messo in dubbio da alcun tribunale italiano né dalla Corte Suprema Europea.

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