Il dottor Schiavella fa parte del gruppo di ricerca del progetto PokerMapper. Il progetto è finanziato da Svenska Spel Research Council, dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca dalla svedese Dalarna University. Intende dimostrare che le funzioni cognitive che servono per giocare a poker sono le stesse che servono per giocare responsabilmente. Trovate qui i dettagli:
http://www.ilgiornaledelpoker.it/progetto-pokermapper/come-partecipare/
Schiavella mi ha segnalato alcuni giorni fa un articolo pubblicato sulla rivista PLOS ONE che ritengo fondamentale, e che trovate qui:
http://www.ilgiornaledelpoker.it/abilita-o-fortuna-la-ricerca-scientifica-scopre-la-verita-sul-poker/
L’articolo illustra i risultati di una ricerca scientifica che dirime in modo difficilmente contestabile la questione annosa riguardo ai ruoli dell’abilità e della sorte nel gioco del poker. La ricerca è riferita al gioco del poker cash. Ricordo al riguardo che, secondo la Corte di Cassazione Sezione III penale (sentenza 32835/13) “In linea generale, tenuto conto delle modalità e regole del gioco, il poker tradizionale è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi di azzardo.”. Il codice penale definisce “giuochi d’azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro, e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria”. La dichiarazione della Corte di Cassazione è apodittica e infondata, come questa ricerca dimostra inesorabilmente.
La ricerca è basata sui dati delle mani di poker cash, relative a un intero anno solare, giocate su piattaforme internazionali a tre differenti livelli di gioco (grande buio da € 0,50, € 2 e € 10). La base dati è riferita a circa 35.500 giocatori che hanno giocato ciascuno almeno 1.000 mani nel primo dei due semestri della base dati (per un totale di oltre 200 milioni di mani-giocatore nel primo semestre stesso).
La ricerca ha indagato la persistenza della performance dei giocatori, misurata in termini di numero di grandi bui vinti/persi per 100 mani di gioco. Ha verificato che i giocatori con una migliore performance nei primi sei mesi ottengono tendenzialmente una migliore performance anche nel secondo semestre, e viceversa. I risultati del primo semestre sono utilizzati come misura (approssimata) della abilità. I risultati del secondo semestre sono utilizzati per verificare la persistenza della performance e quindi la presenza determinante dell’abilità.
La ricerca mostra che i pesi relativi dell’abilità e della sorte dipendono dal numero delle mani giocate e che, pertanto, la risposta alla domanda se sia la sorte a prevalere sull’abilità o viceversa dipende dal numero delle mani. Questo non ci sorprende. Ma la ricerca riesce a fornire determinazioni quantitative, riguardo al numero delle mani oltre il quale l’abilità prevale rispetto alla sorte. E questo è fondamentale.
A tal fine suddivide in decili e percentili i giocatori, in relazione alla performance da essi conseguita nel primo semestre. Confronta quindi i risultati conseguiti nel secondo semestre dai giocatori del primo decile / percentile con quelli conseguiti dai giocatori dell’ultimo decile / percentile, relativi a selezioni con numero progressivamente crescente di mani giocate. Si deve osservare che i giocatori del migliore e del peggiore decile / percentile non hanno giocato direttamente tra loro, ma con la generalità degli altri giocatori di ogni decile / percentile e presumibilmente più spesso con giocatori con abilità più omogenea, anche in relazione alla scelta del livello di gioco (grandi bui) di ciascuno. Il confronto è cioè indiretto. La mano estratta è reinserita nel campione, in modo da poter estrarre selezioni comunque numerose per ciascun giocatore, ben oltre 1.000 mani.
Confrontando i risultati relativi a un numero molto piccolo di mani, ad esempio 10 o anche 100, i risultati dei giocatori del decile / percentile migliore sono solo lievemente superiori a quelli relativi al decile / percentile peggiore. Ma al crescere del numero delle mani le performance dei giocatori del migliore decile / percentile diventano inesorabilmente molto superiori a quelle del peggiore decile / percentile.
La predominanza dell’abilità viene definita dai ricercatori come prevalenza del risultato dei giocatori più abili rispetto al risultato dei giocatori meno abili in almeno il 75% dei casi. A metà tra il caso dell’alea pura (frequenza 50%) e quello dell’abilità pura (frequenza 100%).
La ricerca dimostra che la selezione delle mani estratte tra quelle giocate dai giocatori del primo decile consegue risultati migliori rispetto a quelli della selezione delle mani estratte tra quelle giocate dai giocatori dell’ultimo decile nel 75% dei casi, per un numero di mani estratte pari a circa 6.500 mani.
Nel caso del confronto dei risultati delle mani relative ai giocatori del primo percentile con quelli dell’ultimo percentile la prevalenza nel 75% dei casi è raggiunta molto più rapidamente, con selezioni pari a circa 1.500 mani. Con selezioni di 6.500 mani i risultati dei giocatori del primo percentile prevalgono su quelli dei giocatori dell’ultimo percentile circa 95 volte su 100.
In conclusione l’abilità diventa evidente e poi predominante già dopo alcune migliaia di mani giocate. Tenuto conto che a un tavolo di poker cash online si giocano 60 – 80 mani per ora, dopo qualche decina di ore di gioco, vale a dire dopo un numero contenuto di sessioni di gioco, il poker cash è un gioco nel quale l’abilità prevale rispetto all’alea, e successivamente predomina.